PROLOGO: Sede della Justice
Incorporated, Nome, Alaska. Ieri
“Sa benissimo che
accetto, mister,” disse Tygur, alla presenza del CdA, dei suoi colleghi
Giustizieri, e del gruppo di creature feline. “Cosa devo fare, per avere
il suo aiuto?”
La proiezione della figura di Victor, Conte di Salisgrave,
annuì. La sua voce era intrisa di una malevola soddisfazione. “Per
ora, niente.” Poi voltò lo sguardo verso Angela Cleaver, la
presidentessa della J.I. “In cambio della cura contro il veleno di Set che sta corrompendo lo spirito di
Tygur, voglio prenotare i servigi dei Giustizieri. Tutti, indipendentemente
dalla loro formazione al momento della chiamata.”
Angela annuì.
“È fattibile.”
“E un’altra cosa:
non importa cosa starete facendo o dove vi troverete, quando il momento
arriverà, ma ciò non m’impedirà di chiamare a me i
Giustizieri. Anche se ciò dovesse significare per voi non potere
mantenere fede ad un contratto in corso.”
Angela spostò lo
sguardo dalla sinistra figura a quella della creatura nota fino a poco prima
come ‘Malcolm Murphy’, o Man-Eater. Tygur, figlio della
Vendicatrice Tigra e del demone Balkatar del popolo felino della Terra Interna,
le restituì un’espressione angosciata. Mano a mano che
l’infezione spirituale procedeva, lui perdeva sempre più la
propria umanità in favore del suo lato di assassino… Alla fine,
senza fare niente, sarebbe diventato un pericolo per chiunque gli fosse stato
vicino. Da amico a caso da risolvere… “Va bene, Conte. Lei ha una
prenotazione in bianco dei miei Giustizieri, ma solo una. Veda di usarla
saggiamente.”
Le labbra increspate si tesero
in una parodia di sorriso. “Non intendo fare di meno, Lady Angela. Buon
lavoro, signori. A presto” Poi, la proiezione svanì.
MARVELIT presenta
Episodio 22 – L’Isola misteriosa
Di Valerio Pastore
Fishing Bear Bar & Restaurant,
“Bel tatuaggio,
fratello.”
Tygur, un uomo-tigre di nome e
di fatto, vestito da un’armatura leggera azzurra e bianca, lasciò
il boccale di birra e osservò il nero simbolo di un drago rampante
impresso sul polso destro, “Che fai, sfotti?” disse alla figura del
lupo mannaro in piedi davanti al
tavolo. La creatura, un maschio dal pelo rossiccio, vestita con un giubbotto
senza maniche e un paio di calzoncini aderentissimi, entrambi di pelle nera, si
sedette davanti alla tigre. “Dovresti almeno farti un pisolino, Mal. Alle
nove c’è la riunione di missione, e ci sono i nuovi
acquisti.”
“Tygur, prego.” Il
felino mandò giù in un lungo sorso il sesto boccale di birra
rossa da quando era entrato nel bar, ignorando gli sguardi dei clienti e i loro
cellulari puntati. “Eccheschifo, non riesco neppure ad ubriacarmi.
Almeno, la birra ha un sapore decente.”
Il licantropo si voltò
a fissare i ragazzi con i cellulari puntati. “Spegneteli e smammate,” disse con una voce bassa, ringhiante, mostruosa. Ebbe
l’effetto desiderato. Quando i pallidissimi ragazzi furono fuori, Sabre
(Jack Russell) disse, “Avremmo più privacy parlandone alla base.
Non voglio farmi la fama del lupo cattivo perché tu ti vergogni di quello
che sei.”
Tygur sospirò. “Non
è che mi vergogni… Ho solo bisogno di abituarmi, tutto qui.
Insomma, sai che casino sarà la festa del papà?”
Sabre fece tanto d’occhi
e poi scoppiò a ridere. “Figlio di… Allora non è vero che ci stai male!”
Tygur fece spallucce.
“’Somma. Sono contento di sapere che è finita, che non devo
più crucciarmi di sapere da dove vengo.” Si alzò in piedi.
“Quattro passi?”
Nome cominciava a riprendere
vita. Le luci illuminavano tetramente le auto dei pendolari. Dai bar veniva
odore di caffè. Dagli ultimi camioncini veniva scaricata la merce per i
negozi. E, tanto per cambiare, parecchi occhi strabuzzati vennero puntati su
quella stranissima coppia.
“Non so neppure se sia
saggio chiamare Tigra e dirle tutto. Non credo che la prenderebbe bene.”
“Immagino di no.”
“Vuoi sapere la cosa
peggiore? Fino a ieri la trovavo tremendamente sexy! Adesso mi sento un depravato!”
“Ouch.” Jack gli
diede una pacca sulla spalla. “Consolati. Fra i nuovi arrivi, finalmente
ci sono due signore. Nessun impegno in corso, e belle sventole.”
“Angela ti scuoia se non
la smetti di leggere le schede personali prima delle presentazioni ufficiali.
Spero solo che almeno una delle nuove sia orientata sulla pelliccia. A
differenza di te, non posso trasformarmi.”
“Nel mio caso, potrei
farne anche a meno.” Infilò una mano in una tasca del giubbotto, e
ne tirò fuori un bigliettino ripiegato. “Leggi e mangiati il
fegato, timidone.”
Tygur aprì il
biglietto, scorse rapidamente la scrittura a mano fitta, e gli si drizzarono i
peli del collo! “Credo che almeno metà di questa roba sia proibita
in tutti gli stati!”
Restituì il biglietto come se scottasse. “Di’ un po’
farfallone, ma non te la intendevi con
“Ci hai sentiti dalla
tua stanza?”
Tygur si toccò
l’orecchio. “I gatti hanno
dei vantaggi, lo sai.”
“Già. E comunque,
no, stavo solo stuzzicandola un po’. Non so perché, ma quella
donna è totalmente repressa sul piano amoroso. Se si lasciasse andare,
credo che abborderebbe anche M’nai, che è conciato peggio di
Freddy Kruger.”
“E non hai un’idea
di perché..?”
Il
licantropo scosse la testa. “Niente di fisico di sicuro: è
più sana di me.” Guardò l’orologio. “Fra poco
c’è la riunione. L’ultimochearrivasibeccalapredica!”
E, velocissimo, scattò in avanti, sollevando un mulinello di neve. Tygur
lo seguì a ruota. Schizzarono davanti ad un’automobile, quasi
causando un incidente.
Le porte dell’ascensore
si aprirono, e i due ferali Giustizieri entrarono trovando tutti i colleghi
presenti:
·
Warwear (Parnell Jacobs), ex veterano di guerra, ex mercenario, con indosso la
sua armatura a tecnologia extraterrestre.
·
Midnight Sun (M’nai), ex-discepolo di Fu Manchu, nel suo costume
interamente nero.
·
Fusione (Robert Markley), il mutante psichico signore delle illusioni
·
Capitan Power,
l’enigmatico e più potente dei Giustizieri
Angela Cleaver, alla testa
della tavola, non disse nulla, ma con gli occhi lanciò uno sguardo
severo ai due ferali agenti che entrarono in quel momento, ansanti. Appena
ebbero preso posto, la donna disse, “Ora che ci siamo tutti, passiamo al
primo punto dell’OdG: la presentazione dei vostri nuovi compagni di
squadra. Entrate, signori.”
La porta dall’altra
parte della stanza si aprì, ed entrarono quattro figure:
·
Un uomo dalla
carnagione pallida, il volto e il cranio decorati da una serie di eleganti
tatuaggi neri. I suoi occhi erano due pozze d’oro. La sua robusta figura
era vestita da un’armatura di foggia antica, nera e oro. “Adam Gottschalk, alias Dragoneer. Suo
è il potere degli antichi draghi
·
Una donna di
colore con abbastanza muscoli addosso da potere fare braccio di ferro con
She-Hulk. I suoi capelli erano lunghi e blu, venati di bianco. Il suo costume
un body nero e argento con guanti e stivali corazzati. “Daniela Dante, alias Powerhouse.
E’ in grado di assorbire e riutilizzare ogni forma di energia.”
·
Un uomo di colore
di corporatura robusta. Il volto parzialmente nascosto da un cappuccio nero
mostrava un pizzetto nero. A colpo d’occhio era sicuramente il più
anziano dei super presenti. Indossava un trench nero sopra maglietta nera e
black jeans. Una grossa cintura ornata di tasche circondava la sua vita “Archibald Morton, alias Chemistro, padrone
della trasmutazione.”
·
Una donna,
vestita da un body scarlatto su una pelle interamente dorata, metallica. La sua
testa era coronata da una chioma smeraldina. “Dagny Forrester, alias Corona. Gestisce lo stato della materia, ed
è in grado di innescarne la fusione nucleare. Una bomba, in molti
sensi.”
Terminate le presentazioni, una
volta che i nuovi arrivi si furono seduti. Angela disse, “Mark Raxton, Molten, ci ha lasciati per tornare a
gestire gli affari di famiglia. Si è detto disponibile, in caso di
bisogno. L’aumento di organico, come già vi annunciai, ci
permetterà di differenziare i nostri scenari di operazioni,
permettendoci di operare su almeno due scenari alla volta. Per la vostra
prossima missione, avrete l’occasione di fare esperienza insieme, visto
che lavorerete tutti su uno scenario: questo, per la precisione.”
Una mappa olografica apparve
sul tavolo. Mostrava una piccola isola a nord-ovest di Hispaniola. Non
c’era traccia di edificazioni, in quella verde gemma sormontata da un
grande vulcano, salvo un piccolo insediamento in prossimità della costa.
“Voi tutti sapete bene
cosa sia successo ad Haiti nelle
precedenti settimane. Quella che vedete qui è l’isola di Bonneterre, una ex colonia francese. Non
aveva abitanti fino a quando non fu colonizzata, nel 1733, da alcune famiglie
di protestanti. L’insediamento non è mai cresciuto più del
10% da allora. Le condizioni di vita sono buone, il terreno fertile, ma le
esperienze di Hispaniola, fra terremoti ed eventi meteorologici, eventi che si
sono fatti sentire anche da loro, hanno insegnato ai coloni di Bonneterre quanto
fosse poco savio incrementare l’espansione urbana o il numero di
abitanti. A questo si aggiunge che il loro stile di vita è da sempre
stato molto morigerato, senza eccezioni, e la fitta giungla è un confine
naturale.
“Prima di addentrarci
nei dettagli di questa missione, voglio che sia chiara una cosa: nessun
super-essere è stato ufficialmente convocato nelle opere di soccorso,
per una ragione molto semplice. Le autorità temevano che simili
‘soccorritori’ avrebbero dato il via a situazioni di ulteriore
pericolo e danno per la popolazione civile. Gli stessi Vendicatori, che sono
autorizzati ad operare dalle Nazioni Unite, sarebbero stati esclusi se non
avessero avuto altri problemi di cui occuparsi. La ragione per cui, adesso, il
Governo statunitense chiede il nostro intervento la potete vedere in queste
immagini. Risalgono a sei giorni fa.”
Le prime immagini non
mostrarono nulla di diverso dalla proiezione olografica, dalla panoramica
generale fino al villaggio stesso ed alla sua stradina che lo collegava al porto.
La prima cosa fuori posto era
la jeep: un vecchio modello militare ribaltato, i resti anneriti dal fuoco. Il
conducente, un uomo, era riverso per strada con la testa piegata in un angolo
innaturale.
Poi il satellite spia
mostrò cosa davvero non andava.
In un silenzio agghiacciato, i Giustizieri osservarono i corpi. Decine e decine di corpi immobili, riversi per strada e
ovunque l’obiettivo potesse arrivare. Una figura femminile era riversa
attraverso una finestra. Un bambino spuntava per metà dall’ingresso
di un’abitazione… Appariva chiaro che ogni singolo individuo era
stato come fulminato dov’era. Non c’era sangue, a prima vista,
niente segni visibili di una malattia.
“L’unico contatto
con l’isola è via radio,” disse Angela, “e non hanno
dato alcuna risposta. Haiti aveva contattato Bonneterre per del cibo, acqua e
per portarvi parte dei propri feriti, ma non c’è mai stata
risposta. Presumiamo che l’intera popolazione, milleduecentoventiquattro
abitanti, sia deceduta. All’inizio, si era supposto che si trattasse di
esalazioni tossiche dal vulcano, che il sisma avesse causato una crepa e quindi
una fuga di gas, ma sia i rilevamenti geologici che le osservazioni della
vegetazioni escludono questa conclusione.
“Il Pentagono ha chiesto
il silenzio stampa assoluto su questa vicenda. Hanno i nervi a fior di pelle,
temono che l’isola possa nascondere un centro di ricerche su gas nervini,
o che sia stata il bersaglio di un esperimento. Sia come sia, hanno bisogno di
noi per risolvere questo mistero. I Vendicatori sono appena usciti da due
battaglie difficili[1],
e si stanno riorganizzando. Noi siamo freschi, pronti, e garantiamo una
maggiore discrezione. Quindi, ufficialmente questa missione non è mai
avvenuta. Domande?”
“E il Worldwatch?” chiese Fusione.
“Insomma, non è che mi dispiaccia fare qualche soldo, ma...il
governo americano che recluta mercenari per una missione umanitaria?”
“Per quanto vi
divertiate occasionalmente con delle battute sulla mia
‘onniscienza’, Mr. Markley, quello che non so è perché si siano comportati
così, ma l’offerta è genuina. C’è qualcosa
sotto che li riguarda? Ne sono sicura. Il miglior modo di scoprirlo è
andare lì, risolvere il problema e raccogliere prove da usare nel caso
provassero a tirarci qualche brutto scherzo.”
“Ad ogni modo, come
facciamo ad essere sicuri che non faremo quella fine, appena messo piede
laggiù?” chiese Chemistro.
Angela annuì.
“Midnight Sun effettuerà una ricognizione, insieme a Sabre e
Tygur. Tutti e tre possono resistere a qualunque agente biologico o chimico
capace di uccidere un essere umano. Porteranno con loro dei sensori per
analizzare campioni di tessuto, sangue, aria, acqua e terreno. A quel punto
decideremo se proseguire con la missione o se lasciare il lavoro a qualcun
altro.”
“Quanto avremmo a
testa?” chiese Chemistro.
“Centomila più le
spese.”
L’uomo
afferrò la brocca d’acqua vicina a lui e si versò un
generoso bicchiere d’acqua. Bevve e, posando il bicchiere, disse solo,
“E siamo ancora qui?”
Trenta minuti dopo, dalle
acque di Moon Bay emerse una lunga monorotaia d’acciaio. In un hangar
posto sotto le fondamenta dell’edificio della J.I, iniziò un conto
alla rovescia, al termine del quale, con un ruggito dei suoi propulsori,
partì il potente Groizer X, la
fortezza mobile tattica per il trasporto dei Giustizieri sulle lunghe distanze.
Il velivolo raggiunse
rapidamente la quota di crociera, al di sopra delle rotte di qualunque altro
velivolo commerciale o militare, e procedette a tutta velocità verso
Bonneterre.
“Non sembri tanto
soddisfatto,” disse Fusione. “Pensavi dessero di più.”
Archibald gli rivolse uno
sguardo dagli occhi luccicanti. “Al contrario! Non immaginavo che avrei preso una simile cifra per un giorno di
lavoro! Insomma, quando cercai di replicare quella dannata pistola alchemica mi
diedi alle rapine. Sono stato il secondo Chemistro, sai? Ah, già: hai
letto la scheda Me la feci contro un altro eroe a pagamento, quel Luke Cage, e alla fine ottenni solo una nuova
permanenza a Ryker’s.” Quando uscii dovetti barcamenarmi da un
lavoro all’altro dei più fetidi. Certe volte non so neppure come
ho fatto a tirare avanti…” Sospirò. “Alla fine, le
spese sono diventate insopportabili, neanche un triplo lavoro sarebbe bastato…
Davvero, volevo tenermi alla larga dai
super. Avevo conosciuto una ragazza eccezionale, ci aiutavamo a vicenda, ma
bastava prendersi un raffreddore per vedere sparire tutti i risparmi di un
mese. E se avessi usato i miei poteri di nuovo, mi aspettava l’ergastolo.
Non credevo neppure che
“Non hai paura per i
tuoi familiari?” Fusione , come Warwear, aveva una storia simile: suo
figlio era autistico, e aveva bisogno di assistenza speciale, di una scuola
adatta, di cure mediche particolari. Roba costosa, e la carriera di criminale
non avrebbe reso abbastanza. Vedendo Archibald, si sentì egoisticamente
felice di non avere scelto la via sbagliata.
“I miei sono già
stati trasferiti qui a Nome, come per voi. Anche se amiamo New York, meglio
evitare di correre rischi. E comunque, qual’era l’alternativa? Che
morissimo tutti di fame e con i soldi a stento per l’aspirina? No grazie.
Posso chiederti una cosa?”
“Sì?”
“Pensate di trattarmi
con sufficienza a causa dei miei trascorsi fino a quando non vi
implorerò in ginocchio di smetterla?”
“Abbiamo avuto una
ex-galeotta fra i nostri, tale Joystick.
Come te e Powerhouse, si era fatta assumere grazie alle intercessioni della
Cleaver. Per un po’ ha rigato dritto, poi, poco tempo fa, si è
unita ai Signori del Male. Ed
è tornata dentro. Scusa se adesso non siamo ancora pappa e
ciccia.”
“Oh.”
“E poi, scusa, come
mai…” Fusione si toccò il volto. “Secondo il tuo file,
sei più ariano di una barzelletta sulle Sturmtruppen.”
Chemistro fece spallucce.
“Ah, quello è meglio di una maschera. Ho chiesto che la mia
identità non fosse di dominio pubblico, e con questo aspetto voglio
vedere chi capisce chi sono. Un vantaggio della cosmesi chimica
istantanea!”
“Che vuol dire che hai
‘il potere dei draghi’?” chiese Sabre a Dragoneer.
L’uomo sedeva rigido come una statua, lo sguardo fisso davanti a
sé. Persino così sembrava minaccioso. Quando rispose, lo fece con
una voce profonda, lapidaria.
“Che a suo tempo ho
ricevuto il sangue di uno di loro, e quel sangue mi rende uno di loro.”
“Uh… Credo di
avere capito. E perché un drago avrebbe dovuto donarti il suo
sangue?”
“Io avevo salvato la sua
vita. Col suo dono lui ha salvato la mia.”
“Ah, fico. E quali sono
questi…poteri?”
“Avrai modo di
osservarli presto.”
“Solo un’ultima
domanda. Ma respiri mai?”
Fu l’unica volta che il
guerriero gli rivolse un’occhiata.
Tygur fu ancora meno
fortunato: Powerhouse gli sedeva accanto, e lo fissava studiandolo dalla testa
ai piedi, senza dire una parola.
“Uhm, sì,
è pelliccia vera,” fece lui, dopo essersi schiarito la gola.
“Ecologista?”
“Avevo un gatto. Si
chiamava Tiger. L’ho ucciso la prima volta che si sono manifestati i miei
poteri. Ti assomigliava.”
“Era una tigre
antropoide?”
“No. Gli volevo bene.
Avevo otto anni. Pensavo che Dio avesse voluto punirmi. Non ho mai più
avuto un animale per anni, e avevo paura di avvicinarmi ai miei genitori.
Scappai di casa e vissi per la strada per anni. Per questo tendevo ad essere un
po’ furiosa con il mondo.”
“E…ti è
passata?”
“Mi passa quando trovo
qualcuno con cui spazzare il pavimento. E preferisco essere pagata onestamente,
per farlo.”
“Anche tu guadagnavi
parecchi zeri, vedo,” disse Warwear a Corona. “Però, niente
ti impediva di tornare ad essere una ricercatrice, no? Insomma, non sei una
vera mercenaria, come lo ero io. Hai ancora una famiglia bella ricca, la tua
società… Sicura di non avere una parentela col tuo predecessore, Molten?”
“Mio fratello ha
iniziato una lunga battaglia legale per il controllo della società, e,
detto francamente, ci si affoghi. Il CdA non vede l’ora di tenersi lui,
invece di una mostruosità come me: dicono che attirerei più guai
che profitti. E poi, entro certi limiti i soldi non mi servono più di
tanto.” Si guardò una mano dorata. “Credo che il mio potere
provenga dall’energia cosmica o comunque da qualche radiazione
ambientale, indotto dalla mutazione biochimica. Sia come sia, non ho più
bisogno di mangiare, bere o respirare. Ma non intendo per questo rinunciare
alle mie comodità, e come puoi immaginare, ho dei gusti molto costosi.
E, soprattutto, ho voglia di mettere alla prova le mie capacità, non
certo essere solo una casalinga disperata.”
Dio ci scampi dai ricchi bamboccioni! Pensò Parnell.
“Speravo che i Campioni fossero disponibili,”
disse Fusione, osservando l’isola avvicinarsi. “Di solito non
mancano mai ad una bella catastrofe umanitaria.”
“Hanno già
abbastanza da fare, in Africa,” replicò Warwear. “Inoltre,
dai notiziari è venuto fuori che Thran si è impegolato in una
bella bega[2] con
l’ONU. Mi sa che se non fosse stato per questa particolare emergenza,
avrebbero accolto queste sue divisioni distaccate a cannonate. Dovresti
ripassarteli anche tu, i notiziari.”
“Il tempo che ho
preferisco passarlo con mio figlio, se permetti,” rispose il mutante con
irritazione. “Scusami.”
“Di niente. Se ti
consola, mia moglie giura che se non la smetto di vedere TV per quando nasce la
bambina, la butta dalla finestra. Dopo
avere divorziato.”
“Ouch. Scusami se te lo
chiedo, ma lei è..?”
“Sana come un pesce,
almeno dal punto di vista genetico. Glenda non fuma, e l’alcool che
beveva occasionalmente prima di scoprirsi incinta lo ha tagliato del tutto. Se
lo stress di doversi chiedere se tornerò vivo o morto da ogni missione
non la farà abortire, andrà tutto bene.”
Si accesero i segnali
dell’atterraggio imminente. Chi era in piedi tornò al suo posto.
Il Groizer X ammarò
dolcemente davanti alle coste di Bonneterre. Lo accolse solo il rumore delle
onde. Sul molo, al quel erano attraccati due pescherecci di piccola stazza,
erano riverse tre figure, così come sugli stessi ponti delle
imbarcazioni. Un uomo era caduto in acqua, ed era rimasto impigliato nella
rete. L’acqua aveva gonfiato grottescamente il suo corpo, ma esso non
presentava segno che fosse stato mangiato dai pesci.
“Siamo pronti,”
disse Sabre mentre prendeva la valigetta con il kit da analisi. “Come si
usa ‘sta roba, Grissom?”
Garolfo Riccardo degli Abruzzi,
responsabile R&S della Justice Incorporated, non sembrò cogliere
l’allusione. “Limitatevi a inserire dei campioni nelle fiale, e le
fiale negli scomparti. Gli analizzatori faranno il resto. Ci vorrà
poco.”
“E poco intendo
metterci. Avete visto bene quei corpi?” Tygur indicò il monitor
che mostrava il macabro spettacolo del molo. “Dove sono le mosche? E se sono passati dei giorni,
come mai non c’è traccia di decomposizione?”
“Stai sottolineando
l’ovvio,” disse l’uomo, porgendogli il kit. “Siamo qui
per capire perché. Buon lavoro.”
I due ferali agenti si
disposero ai fianchi di Midnight Sun. Questi, un tempo un essere umano prima di
venire trasformato dalla tecnologia aliena in un cyborg capace di combattere
nelle stesse profondità interstellari, attivò il suo dispositivo
di teletrasporto.
Apparvero sul molo. Per misura
di sicurezza, il velivolo sarebbe rimasto dov’era, ben sigillato.
Istintivamente, Sabre
iniziò ad annusare l’aria, poi i cadaveri, imitato dal suo
collega. Toccò la carne di un marinaio, trovandola perfettamente soda
come ci si sarebbe aspettato in una persona viva e addormentata. Poi
toccò il collo, chinandosi di più per annusare il volto.
“Sabre..?” chiese
Garolfo attraverso lo skincom.
“Se non fosse che non
c’è battito e respirazione, direi che sono stati messi in
stasi.” Rigirò un corpo. “Nessun segno di ecchimosi o piaghe
da decubito. Il legno di questo molo non è perfettamente tenuto, eppure
cadendoci non hanno riportato neppure un graffietto.” Aprì la sua
valigetta. Prese qualche capello e lo mise in una fiala come era stato
istruito. “Permettetemi di dire che questi di umano hanno solo
l’aspetto e l’odore.”
Garolfo stava studiando le
prime scansioni effettuate dai sensori di Midnight Sun, mentre osservava i
risultati dei mappatori genetici dei kit. “Ne hanno il DNA, senza dubbio.
Ed è decisamente sano…”
“Magia?” chiese
Tygur. “Ormai non vedo altra spiegazione.”
“Non lo è,”
disse Dragoneer prima che Garolfo potesse rispondere.
L’ingegnere
osservò un’altra serie di dati. Doveva fidarsi del computer, lui
non era un genetista, poteva solo osservare che quel DNA era sano, e…
“Un attimo, Tygur. Hai preso dei campioni dallo stesso corpo su cui sta
lavorando Sabre?”
“No,
perché?”
“Perché…”
fece volare le dita sullo slate, mostrando le schermate sui dati estrapolati
dai campioni dei ‘cadaveri’. “Perché tre campioni
risultano totalmente identici. Fino all’ultima molecola.”
“Saranno cloni,”
disse Sabre, mentre raccoglieva un campione di acqua. “Magari
quest’isola è una base di Arnim Zola.”
“Probabile. Ma ancora
non spiega come mai 1224 individui si siano come spenti all’improvviso e
nello stesso momento. Midnight Sun non ha rilevato la presenza di impianti
biologici od artificiali.”
“Non sono morti,”
disse Dragoneer. “Erano svenuti.”
“Cosa?”
“Cosa?” Tygur e
Sabre si scambiarono un’occhiata perplessa…prima di sentire
qualcosa afferrare le loro mani! “Occ*&%$!” esclamò la
tigre, scoprendosi a fissare lo sguardo ostile di un uomo perfettamente sveglio.
Poi, un’ondata come di una stanchezza spaventosa lo avvolse, e perse i
sensi in un attimo. Si accorse a malapena che il licantropo stava a sua volta
crollando a terra.
Sullo schermo, le
‘vittime’ stavano rialzandosi all’unisono, come se lo stesso
interruttore che li aveva fermati prima ora li avesse riattivati. I loro volti
erano assolutamente inespressivi. E tutti stavano fissando in direzione del
Groizer…
“Wolf, portaci via di
qui…” E in quel momento, l’apparecchio fu scosso come dal
più violento terremoto! Quasi tutti i presenti caddero malamente.
Garolfo urlò all’intercom, “Wolf! Maledizione, che diavolo succede?!”
“Succede che siamo stati
presi, signore, ecco cosa!”
Ed era esattamente
così! Un immenso viluppo di tentacoli stava ingabbiando il velivolo in
una morsa sempre più potente, ed ora cominciava a tirarlo giù.
“Non possiamo
liberarci?” ringhiò Garolfo. “Questo apparecchio può
sviluppare una spinta di…”
“Non se gli sfoghi sono
pieni di quella schifezza, signore!” rispose il pilota. “Qualunque
cosa sia, ci ha appena gambizzati. Accetto suggerimenti, eroi!”
Ma se intanto qualcuno a bordo
aveva una risposta, essa sprofondò insieme al Groizer X, in fondo al
mare.
Poi, la superficie
tornò tranquilla…